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Perché scegliere un software tailor made?
A cura di Daniele Fassetta, Consulente Senior della BU Business Intelligence di PRAXI Informatica
Nel pieno della quarta rivoluzione industriale le aziende hanno tutte lo stesso ostacolo da superare: la transizione tecnologica.
È una sfida stimolante, ma spesso nasconde insidie che poco hanno a che fare con le esigenze tecniche e molto con le dinamiche commerciali.
Spesso il bivio a cui ci si trova durante un rinnovamento strutturale è inevitabile: cambiare tutto per inserire un nuovo software gestionale a pacchetto unico, magari con protocolli e database proprietari, nuove interfacce e nuovo hardware, oppure integrare ciò che già esiste, attraverso interventi mirati di connessione e apportando le modifiche necessarie solo nelle aree interessate dai cambiamenti e dalle evoluzioni?
Cambiare tutto e tutto insieme
Le strategie dei player principali sono molto chiare: per attaccare porzioni di mercato da sottrarre alla concorrenza bisogna gestire un intero ecosistema informatico standardizzato e monolitico.
La scelta va limitata ad un unico partner tecnologico, con tutti i vantaggi derivanti: la gestione di ogni singolo passaggio da parte dello stesso fornitore, lo snellimento del pacchetto licenze sotto uno stesso marchio, l’omogeneità dei linguaggi e delle strutture di interfaccia e UX.
Esistono però anche diversi svantaggi, che in alcune realtà, soprattutto nelle piccole-medie imprese, possono portare ad una scelta strategica differente:
- La poca flessibilità. La soluzione ha una sua struttura rigida, un progetto di implementazione ingessato da metodologie proprietarie e un dimensionamento standardizzato e poco modulabile. Spesso dietro un approccio rigoroso si nasconde un progetto rigido.
- I costi elevati. Il prodotto standard è venduto in regime quasi monopolistico, il setup è pronto, le funzionalità predefinite e le personalizzazioni diventano proibitive.
- La formazione integrativa. I nuovi prodotti presuppongono nuovi know-how, nuove conoscenze, lavoro di anni da riprendere da capo perché il pattern ingegneristico di un fornitore è differente dal precedente. L’azienda deve adattarsi al software.
Innovare dove serve
Se da un lato l’approccio descritto risulta inevitabile nella gestione di aree aziendali sottoposte a normative, per le quali una personalizzazione non darebbe oggettivo valore aggiunto rispetto allo standard genericamente riconosciuto (si pensi ad esempio all’area AFC – Amministrazione Finanza Controllo), esistono però numerosi ambiti di business, differenti a seconda del settore aziendale, per i quali il software può essere una vera e propria chiave competitiva.
Sono questi i casi in cui la personalizzazione e la realizzazione ad-hoc di un bespoke software permettono di differenziarsi e di guadagnare posizioni di mercato.
Si tratta di una gestione integrata di piccoli software creati su misura, che sfruttino le connessioni esistenti tra i prodotti aziendali completando la dotazione funzionale in modo mirato e flessibile.
Sono lontani i tempi in cui sviluppare software era costoso, difficile e richiedeva tempi molto lunghi. Oggi lo sviluppo di software personalizzati è sempre più spesso “sapiente capacità di assemblaggio”: migliaia di frammenti autoconsistenti di software possono dare origine a migliaia di diverse “ricette” tecnologiche per risolvere in modo mirato specifiche esigenze funzionali.
Lo sviluppatore, oggi, è sempre più anche un esperto funzionale, con esperienza tecnica affiancata a grandi capacità di analisi, in grado di scegliere, assemblare e consegnare soluzioni su misura in tempi brevi.
Ecco quindi che queste soluzioni diventano un vantaggio competitivo, perché permettono di svolgere compiti aziendali in maniera originale, efficiente ed efficace rispetto alla specifica realtà in cui vengono costruite.
La sfida è quella di integrare le nuove soluzioni in contesti già rodati e funzionanti, minimizzando gli effort attraverso un’attenta analisi dei processi esistenti e degli strumenti in uso, e riuscendo a stabilire cosa possa servire per agganciare le nuove risorse, siano esse relative a un progetto di Industria 4.0, un rinnovamento del CRM, una procedura di ottimizzazione degli acquisti, o il monitoraggio di una nuova attività.
Molti esempi ci dicono che è una strada che vale la pena intraprendere. Per citarne alcuni:
- L’azienda di attrezzature medicali che può gestire le previsioni strategiche degli acquisti attraverso un sistema dedicato di calcolo puntuale per singolo codice prodotto
- Il porto commerciale che può monitorare e coordinare i principali servizi di manutenzione e sicurezza attraverso un portale operativo personalizzato ad-hoc
- Una delle più grandi aziende ospedaliere italiane oggi in grado di gestire i servizi di igienizzazione e pulizie attraverso un software disegnato sulle sue esigenze con il fornitore esterno dei servizi stessi
- La società di distribuzione e logistica che può pianificare e coordinare simultaneamente le consegne con una elaborazione dinamica dei percorsi e dei tempi
- La società di produzione alimentare che è in grado di supervisionare le interconnessioni I4.0 delle macchine di confezionamento e interfacciare i controlli di produzione in tempo reale con il sistema gestionale.
Insomma, sia sul piano economico, sia per tempi di realizzazione, la personalizzazione oggi appare come una soluzione più accessibile e conveniente che in passato.
Il primo passo che le aziende devono compiere è un’analisi oggettiva del rapporto costi-benefici, che – come nei casi descritti – può rivelare un ventaglio di opportunità.